Rapporto FORMEDIL 2017 - Andare oltre la formazione per la sicurezza: per nuove competenze e una professionalità attenta all’innovazione

L’annuale rapporto redatto dal FORMEDIL con la collaborazione del CRESME conferma il grande lavoro svolto dalla rete delle scuole edili che fanno capo a Sistema Bilaterale delle Costruzioni (SBC) anche nel corso del 2016: 12.514 corsi per 298.503 ore di formazione, destinate a circa 150.000 allievi, di cui oltre 120.000 operai e 25.697 tecnici. Nell’intero periodo di crisi delle costruzioni, dal 2009 al 2016, il sistema Formedil ha coinvolto 1.141.486 allievi; l’81,5% operai, il 16,4% impiegati e tecnici, il 2,2% rappresentanti dei lavoratori. Il 19,1% degli allievi pari a 218.327 è costituito da lavoratori stranieri. Il 5,9% degli allievi, pari a 67.445 è rappresentato da donne.



Se si confronta il numero degli operai formati (120.122) nel 2016 con il dato complessivo relativo al settore registrato dall’Istat, pari a 840.000 lavoratori, si coglie immediatamente il valore dell’attività svolta, rappresentando un 14,3% del totale della forza lavoro operaia. Come ogni anno un peso rilevante riguarda la formazione per la sicurezza sul lavoro, mentre la formazione professionale resta minoritaria, pur rappresentando sul totale degli allievi il 44%.
Nell’intero periodo 2009 – 2016 si è registrato un incremento del numero di corsi del 147%, passando da 5.079 nel 2008 a 12.539 nel 2016 con una punta di 13.831 nel 2015. Parallelamente il numero di allievi formati è stato costantemente in crescita con un + 80% nel 2016, rispetto al 2008 a 150.155. Inverso è stato invece l’andamento per quanto riguarda le ore di formazione complessivamente erogate, passate dalle 349.878 ore del 2008 alle circa 300.000 ore del 2016. Un dato da mettere in relazione tanto con la riduzione delle risorse finanziarie a disposizione, quanto con il prevalere di un’offerta formativa basata su corsi di tipo leggero, orientati prevalentemente all’assolvimento di obblighi formativi normati contrattualmente o per legge. Con il risultato che la durata media dei corsi passa da 68,8 ore a 23,9 ore/corso.


Complessivamente le risorse investite dal sistema Formedil nel 2016 per le attività di formazione ammontano a 74 milioni, provenienti per il 66,8% dal sistema delle Casse Edili interno all’SBC, per il 22,4 % da finanziamenti pubblici o interprofessionali, per il 10,9% da attività di mercato, quali ad esempio il contributo erogato dalle imprese a parziale copertura degli oneri di partecipazione dei propri dipendenti a corsi di formazione sulle differenti tipologie di macchine da cantiere.



L’importanza dei progetti strutturali
Nell’ambito della formazione professionale un’importanza crescente lo hanno assunto i progetti MICS, Moduli Integrati Costruire in Sicurezza. in cui la formazione per la sicurezza si è intrecciata con una formazione “di consapevolezza” e di conoscenza professionale. In questo modo è stata realizzata la più grande campagna di alfabetizzazione professionale e alla sicurezza sul lavoro di un settore produttivo, sulla base di una strategia condivisa dalle parti sociali, discussa con MLPS e le strutture tecniche del Coordinamento delle Regioni e delle Province autonome.
Le 16 ore prima, per i primi ingressi nel settore, e poi le 16 ore lavoratori occupati per tutti, il progetto MICS abilitazioni attrezzature di lavoro (sollevamento, MMT, pompe per calcestruzzo) condiviso e riconosciuto dal Ministero del Lavoro come equipollente alla formazione normata perché forte di una specificità professionalizzante contestualizzata al settore, la formazione dei preposti e dirigenti. Complessivamente sono stati coinvolti 301.377 lavoratori, 105.898 giovani al primo ingresso in cantiere, 110.993 lavoratori a cui è stato rilasciato un “attestato formativo” abilitativo all’uso di attrezzature di lavoro. Rilevante è stata anche la qualità media della formazione erogata, sostenuta da una progettazione formativa di dettaglio coordinata da Formedil con il supporto di alcune scuole individuate come centri di eccellenza, validata nel confronto con le istituzioni preposte al tema sicurezza sul lavoro, accompagnata dalla costante formazione dei formatori, dalla elaborazione di materiali e software didattici riconosciuti di qualità e premiati in rassegne di livello nazionale.
Nel 2015 il Formedil ha avviato un ulteriore progetto chiamato MicsXCapo rivolto a una delle figure strategiche coinvolte dall’innovazione: il capocantiere. Con una procedura assolutamente nuova, bandi aperti riservati alle scuole edili aderenti a Formedil e con il sostegno di risorse proprie derivanti dalle riserve accantonate dall’ente negli anni e destinate all’innovazione, si è dato il via a due cicli di sperimentazione che hanno coinvolto in 16 Regioni, 43 scuole edili provinciali, 27 progetti, con 459 capicantieri frequentanti e 247 imprese coinvolte. Una sperimentazione che costituisce un banco di prova per l’intero sistema Formedil: in termini di innovazione del modello di offerta formativa; in termini di qualità pedagogica ij quanto mirato a costruire localmente attorno a dei “formatori scelti” delle scuole edili una sorta di “comunità di pratica” fatta di lavoratori in formazione e contestualmente in produzione, supportati a livello nazionale da attività di formazione formatori, esperti di sostegno e un servizio centrale di assistenza e monitoraggio, con materiali e strumenti didattici unificati.


L’edilizia non è un settore per giovani
Un aspetto centrale sul quale l’intero sistema delle costruzioni deve riflettere e trovare soluzioni innovative per invertire il trend riguarda la ridotta presenza di giovani e il crescente invecchiamento della fora lavoro, come dimostrano i dati 2016 per qualifica e fascia di età relativi agli operai iscritti in Cassa Edile, dove i giovani i di età fino a 25 anni sono poco più del 6% del totale.



Un settore in cui le politiche del lavoro fanno fatica a garantire canali di accesso basati su percorsi di inserimento formativo. Basti sapere che il numero degli apprendisti, a fronte dei ricorrenti mutamenti normativi e del taglio dei fondi per finanziare la parte formativa dei contratti di apprendistato, è passato dai 40.605 del 2005 ai 36.873 del 2010, per crollare ai 9.767 del 2016, con una riduzione del 75 per cento.



Un tema, quello dell’ingresso dei giovani in edilizia, strutturale e non solo italiano, come dimostrano i dati Eurostat 2017 che vedono la percentuale di giovani fino a 24 anni presenti nel settore scendere dall’11,0% del 2008 al 7,8% del 2015.
Uno scenario che come si sottolinea nel Rapporto deve far riflettere e probabilmente ripensare “le politiche di tendenziale “dismissione” della prima formazione venute avanti in quest’ultimo decennio.”


Nuove politiche per la formazione
L’impegno del Formedil nell’ambito di importanti progetti europei finalizzati a favorire un processo di rinnovamento e di sempre maggiore attenzione ai processi di innovazione favorisce una riflessione che coinvolge la stessa organizzazione degli enti e del sistema. In particolare nell’ambito del progetto I-town cresce la consapevolezza della necessità di puntare su centri di formazione professionale di settore in grado di utilizzare format didattici, materiali e tecnologie educative unitarie e di qualità, realizzati grazie al raccordo con il sistema delle imprese, i produttori di materiali componenti tecnologie, e con le università, ricorrendo anche alla progettazione di modelli di “laboratorio Formativo” da riprodurre nelle scuole edili come “palestre” addestrative per la Formazione di mestiere.
I processi di innovazione riguardano:




  • Efficienza energetica e costruzione sostenibile nel cui ambito si collocano il progetto Build up skills I-town, Bus.trainer e Watter skills (Erasmus +), dedicati rispettivamente alla qualificazione dei formatori sui temi della sostenibilità e al risparmio idrico negli edifici.

  • Digitalizzazione.

  • Standardizzazione.


Nel nostro Paese serve un nuovo modello di edilizia utile per la complessiva messa in sicurezza sismica ed idrogeologica del territorio e per il recupero e l’efficientamento del patrimonio costruito. Un’edilizia sicura&sostenibile a cui il Formedil sta dedicando tanti sforzi a partire da alcuni piani settoriali Fondimpresa, per finire all’iniziativa denominata Formiamo il territorio, volta a coinvolgere in piani di azione formativa sui temi della sicurezza sismica e della qualità del costruire, innanzitutto, l’insieme delle scuole del cratere del sisma 24 agosto 2016 che ha coinvolto l’Appennino centrale.
Relativamente alla digitalizzazione va colmato il grave ritardo che caratterizza il settore, il secondo meno digitalizzato, dopo l'agricoltura. E pertanto urgente avviare un percorso strategico sulla formazione alle competenze digitali dell’intera filiera dal progetto, alla costruzione, all’uso del prodotto edilizio.
Cos’ come appare ormai evidente come l’offerta formativa delle scuole edili vada estesa all’intera filiera delle costruzioni: perché sta cambiando il cantiere, sta cambiando il modo di produrre, stanno cambiando i contenuti professionali dei “mestieri” tradizionali.


Formazione e politiche attive del lavoro
Politiche attive del lavoro e formazione professionale sono e saranno sempre più interconnesse. Legare la formazione alle politiche occupazionali, in questo quadro, appare la scelta giusta per ottimizzare l’offerta formativa elevandone la produttività in termini di sviluppo di competenze aggiuntive che rafforzino la spendibilità del lavoratore sul mercato del lavoro, con l’obiettivo di rafforzare il complesso del sistema imprenditoriale delle costruzioni.
In questo quadro è da registrare la difficoltà che, nonostante l’impegno del Formedil e il sostegno delle parti sociali, incontra la Borsa lavoro edile nazionale. Una difficoltà fatta di limiti interni al sistema se è vero che su 103 scuole edili, a fronte delle 90 accreditate per i sistemi regionali di formazione professionale solo 28 sono contemporaneamente accreditate per i servizi al lavoro.
Una difficoltà fatta di limiti esterni, dati dalla situazione di incertezza normativa derivante da un quadro di riferimento incompiuto e in perenne evoluzione, condizionato dal rapporto tra Stato e Regioni.
In questo quadro resta, comunque, importante la definizione di protocolli di collaborazione a livello regionale come quelli siglati dal sistema Formedil in Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Protocolli che, laddove attivati, consentono a Blen.it di svolgere, attraverso l’interscambio di dati con la funzione di interessante osservatorio qualitativo di settore sull’occupazione in edilizia: numero di assunzioni, tipologia di contratti applicati, qualifiche richieste, tipologie di imprese che assumono. Dati utilissimi per definire piani di azione formativa mirati al settore.

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